Intervista al Prof. Gentile: Non solo mecenatismo!
di TizPri
Il Prof.Marcello Gentile, chirurgo e docente universitario, non nasce produttore per mestiere ma per vocazione. Fondatore della PIA OPERA UNIVERSITARIA, che promuove progetti educativi, pubblicazioni editoriali, eventi e convegni, si innamora delle potenzialità dell’immagine in movimento negli anni del Covid, in cui comprende l’esigenza di avvicinare i valori culturali alle nuove generazioni attraverso i mezzi di comunicazione più graditi ai giovani. Fra i suoi meriti, non solo quello di avere valorizzato attori emergenti come Emmanuel Casaburi, presenza fissa nei suoi programmi artistici, ma anche il supporto costante all’interazione fra i talenti e il mondo produttivo
In una fase in cui i sistemi artistici hanno difficoltà a trovare mecenati, le produzioni indipendenti meritano di essere conosciute meglio.
Come e’ cominciata la sua avventura come produttore?
Come spesso capita nel mondo artistico, è accaduto per un caso fortuito.Mi è capitato di presentare un video sull’angoscia dei giovani al tempo della pandemia, girato proprio nei duri mesi del lockdown, e mi sono convinto che le attività di formazione della PIA OPERA UNIVERSITARIA dovevano transitare attraverso le forme audiovisive, che riescono a canalizzare i valori di cui siamo portatori.
Parliamo di lingua madre, il primo film da lei fortemente voluto…
Il regista Alfredo Civita , un professionista di grande cultura cinematografica e di vasta esperienza, mi propose un progetto sulla necessità di salvaguardare la vita umana dei rifugiati, indipendentemente dalle complicazioni politiche internazionali che da alcuni anni agitano il dibattito sulle migrazioni. LINGUA MADRE focalizza la narrazione sul rapporto di empatia fra un rifugiato nordafricano e un giovane carabiniere, che nella vicenda rappresenta la migliore gioventù italiana.Il film suscitò molta commozione e fu diffuso negli ambienti delle associazioni cattoliche perché come cristiano io promuovo opere artistiche attente alla dignità della persona umana.In quell’occasione, peraltro, fui particolarmente felice del patrocinio del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri , che riconobbe l’alto significato etico del film.
Invece il successivo cortometraggio dyalogos e’ispirato al pensiero di Pier Paolo Pasolini.
Michele Savaiano è un regista pieno di idee originali, , ha tratto ispirazione dai testi di Pasolini per costruire un piccolo ma intenso film in equilibrio fra mito e storia: mentre sullo schermo passano immagini oniriche che affondano le proprie radici in un tempo mitico che Pasolini rimpiangeva, le vicende si incrociano col momento presente e le istanze di un riscatto delle grandi periferie urbane che hanno bisogno di ulteriore attenzione. Del resto il cinema italiano contemporaneo attraverso registi importanti come i fratelli D’Innocenzo o la palermitana Emma Dante, stanno imponendo una sorta di nuovo Neorealismo più attento ai bisogni dei segmenti marginali della nostra società.
Savaiano ha ottenuto un premio dal Comune di Roma nell’anno delle celebrazioni per il centenario della nascita del poeta, che scelse la capitale come laboratorio creativo dopo la sua fuga dal Friuli.
Si. E la presentazione ufficiale dell’opera avvenne in un luogo fortemente simbolico delle sofferenze umane, che come studioso dei rapporti corpo/mente mi sta particolarmente a cuore: l’ex manicomio di Santa Maria della Pietà a Roma, convertito in uno spazio per eventi di impegno civile.
Da Pasolini ci spostiamo a Italo Calvino, ancora un centenario e ancora un modo per parlare del presente attraverso il passato.
Lo short film OLTRE IL VISIBILE è la nostra ultima produzione e ringrazio la vostra pregevole testata per l’attenzione che ci avete già riservato in occasione dell’anteprima romana.
E’ frutto di un lungo lavoro compiuto dalla regista Maria Simeoli, una donna molto colta e laureata in Conservazione dei Beni Culturali a Napoli, che ama e studia con passione i complessi museali e le dimore storiche ed è stata colpita da un testo poco noto in cui Calvino, che aveva già pubblicato da un decennio con grande successo uno dei suoi capolavori Le città invisibili, va alla ricerca di una città ispirata alla pittura metafisica di Giorgio De Chirico. L’isola di Capri e in particolare la Certosa di San Giacomo hanno concesso il loro patrocinio e rappresentano il suggestivo scenario in cui ha lavorato la troupe. Il soggetto del film ha strutturato la narrazione come una specie di sogno in cui l’uomo riesce finalmente a liberarsi dalla tirannia del tempo che ci opprime. Opera affascinante ed enigmatica, che ci trasmette riflessioni importanti e anche un pizzico di inquietudine…
Come mai l’anteprima del film alla casa del cinema e’ stata inserita nelle manifestazioni per la settimana della cultura d’impresa che la Confindustria organizza da oltre vent’anni?
Mi lasci dire che il sistema audiovisivo italiano esige comunque una robusta iniezione di cultura d’impresa, per ottimizzare i suoi scopi e riguadagnare la centralità culturale che aveva nel secondo Novecento al tempo dei grandi maestri. Nel caso specifico, le motivazioni della produzione su Calvino coincidevano perfettamente con la volontà di una imprenditrice intelligente, Tiziana Vona Presidente della Sezione Servizi Ambientali di UNINDUSTRIA, che intendeva organizzare un evento speciale in cui imprenditori e artisti si confrontassero sui temi della sostenibilità: ebbene non c’è scrittore più ecologico di Calvino, che ha anticipato di cinquant’anni i temi ambientalistici che oggi sono fortemente sospinti dalla cultura green e dal magistero della Chiesa cattolica. Peraltro un grande organizzatore di eventi, Pascal Vicedomini ideatore e produttore del Capri Hollywood International Festival, ci ha invitato a presentare il film nella sua importante rassegna.
La Pia Opera Universitaria sta pensando ad altre produzioni? Ci riveli qualche anticipazione…
La Pia Opera è un ente educativo di ispirazione cristiana che non perde mai d’occhio la sua missione di sostenere le istanze solidaristiche.Ovunque ci sia una storia che valga la pena raccontare, noi possiamo valutarla…Per il momento posso dire che il mio team sta lavorando a una sceneggiatura originale su un grande personaggio della cultura cattolica italiana…di più non posso aggiungere. Ma come persona attenta all’ecumenismo e al dialogo interreligioso, le rispondo citando un antico proverbio di origine araba: l’avvenire è il padre delle meraviglie!