“Dino Buzzati e le stelle” al MUFANT di Torino

A cinquant’anni dalla scomparsa di Dino Buzzati il MUFANT – Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino- ha celebrato lo scrittore bellunese con un allestimento che ripercorre la sua ricca produzione fantascientifica.
“Dino Buzzati e le stelle” è il titolo dell’esposizione che è un viaggio oltre i confini dell’umano sapere.
Una sala poco più grande di un’aula scolastica che diventa però immensa quasi quanto l’universo se ci si immerge con lo spirito degli osservatori del cosmo.


Le teche racchiudono originali e fotocopie dei racconti di Buzzati, soprattutto quelli provenienti dalla Domenica del Corriere, e i pannelli esposti nella sala ci raccontano la storia dell’uomo della Fantascienza italiana del secondo dopoguerra.
Sono gli anni della corsa allo spazio, della Guerra Fredda che gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica giocano in terra e in cielo, sperando di portare per primi l’uomo tra le stelle.
Ma sono anche gli anni degli avvistamenti ufologici, e anche ai dischi volanti Buzzati dedica parte del suo lavoro da autore e giornalista, come ci raccontano gli articoli in mostra, tutti leggibili se ci prendiamo un attimo per guardare con calma oltre ai vetri che li proteggono.


Arrivati quasi a un quarto di questo primo secolo del nuovo Millennio ci possono far sorridere le sue “Cronache dal 2000”, capaci di immaginare un mondo ancora ben lontano da quello che viviamo, forse addirittura fin troppo simile, nei suoi drammi, a quello lasciato da Buzzati a inizio anni ’70.
Oltre alle opere a cui la mostra è dedicata le teche esposte sono piene, per la gioia di grandi e piccini, di giocattoli riproducenti alieni e navicelle spaziali.
Non però dei più moderni, magari portati ai bambini di oggi da Babbo Natale durante queste feste, ma modellini che attraversano mezzo secolo di storia.


Qualche adulto potrà ritrovarci i giochi della propria infanzia, ricevuti o desiderati con tutto il cuore.
Per gli amanti della fantascienza sono inoltre esposti, accanto a quelli di Buzzati, altri romanzi che hanno a loro modo influenzato il lavoro dell’autore e lo sviluppo del suo filone letterario.
Uno sguardo attento meritano anche le pareti della sala, alle quali sono appese alcune vecchie copertine de “La domenica del Corriere”, sempre raffiguranti disegni dell’universo oltre il nostro pianeta, e dei quadri dello stesso Buzzati.


Veniamo infatti a scoprire, nell’ultimo pannello che accompagna il nostro viaggio, che lo scrittore e giornalista tanto ricordato e celebrato era anche un grande pittore.
Anzi, sono le sue stesse parole a dirci cosa davvero contava per lui: “io mi trovo vittima di un crudele equivoco. Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato, ha fatto anche lo scrittore e il giornalista. Ma dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa.”
Eppure, poliedrico come pochi il mondo ne ha conosciuti, Dino Buzzati emana magia tanto leggendolo quanto ammirando la sua pittura.


Rimane da chiedersi, in questi cinquant’anni passati là dove vagano le anime dopo la morte, se ha conosciuto tutta la vita che vi è tra le stelle.

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