“Il compleanno” di Pinter e i frammenti di un’umanità a pezzi

Un cartellone all’insegna dei grandi nomi della regia e della recitazione quello organizzato al Teatro Chiabrera di Savona in questa stagione teatrale, che ha proposto da martedì 17 a giovedì 19 la commedia “Il compleanno” scritta dal premio Nobel Harold Pinter e firmata alla regia da Peter Stein.

Il testo scritto nella giovinezza dal drammaturgo inglese mette in luce l’ipocrisia e la violenza latente nella società borghese utilizzando elementi assurdi che fanno saltare le apparenze e fanno deflagrare i conflitti. Il regista berlinese sceglie, quindi, un’ambientazione quotidiana, quasi banale, ovvero una sala da pranzo che però si apre in tutte le direzione in un vero e proprio dedalo di entrate ed uscite incontrollabili e a tratti opprimenti.

La vicenda ruota intorno a Meg (Maddalena Crippa), al marito Petey (Fernando Maraghini), una coppia di mezza età che gestisce una pensione in una nota località turistica, e all’unico ospite, Stanley (Alessandro Averone). Mentre i coniugi vivono una vita apparentemente felice e priva di problematiche, Stanley è schivo e riservato, con comportamenti paranoici e al limite dello psicotico. È il solo che interrompe le finzioni della coppia con le sue affermazioni al vetriolo e provocatorie. A questa routine partecipa anche Lulu (Emilia Scatigno), giovane amica di Meg che sembra l’unica ad avere un’influenza positiva su Stanley.

Questo equilibrio stabile viene interrotto dall’arrivo di due uomini, Goldberg (Gianluigi Fogacci) e McCan (Alessandro Sampaoli). La loro presenza, prima solo annunciata e poi fisica, fanno crollare Stanley in uno stato di agitazione e paranoia su cui aleggiano le ombre del suo passato. La festa del suo fantomatico compleanno è solo l’ultima goccia che fa traboccare il vaso dell’illusione. Tutti i personaggi non sono altro che frammenti di personalità e comunicano fra loro in dialoghi senza una vero e proprio senso logico che però si sostengono e si alimentano a vicenda.

Lo spettatore è sempre in bilico fra la risata e la paura, fra la comicità e la tragedia, mentre sul palco si disvela ciò che si cela dietro la nostra vita quotidiana: finzione, sottomissione, illusione. Nell’assurdità delle frasi e delle battute si annida sempre un elemento aggressivo che non si nasconde mai ma che invece rimane sempre in superficie pronto a mostrarsi in ogni occasione e circostanza. Si sale e si scende in un turbinio di emozioni contrastanti che colpiscono per la loro concretezza mimetizzata sotto l’apparente nonsense.

I tentativi di violenza di Stanley su Meg e Lulu durante il party ne determinano la fine. Già preso di mira dai due nuovi ospiti prima della festa, l’indomani il pianista è diventato un vero e proprio pupazzo al loro comando incapace di parlare. A nulla serve l’intervento di uno spaurito Petey per impedire che Goldberg e McCan lo trascinino via. Nel finale, al contrario, l’anziano padrone di casa mente a Meg dicendo di non sapere se Stanley sia ancora nella casa o no, sprofondando nuovamente nell’illusione precedente.

La repressione è totale, non un singola azione si svolge senza che qualcuno controlli gli altri o cerchi di sovrastarli o di dominarli. Si assiste ad una vera e propria carneficina umana in cui tutti sono contro tutti ma nessuno sa che ne potrà uscire sano e salvo; tutti pensano di essere liberi ma nessuno lo è realmente; tutti pensano di conoscere una verità sicura ma, nei fatti, la realtà non viene mai presentata.

Questo lavoro, prodotto da Teatro Menotti e Tieffe Teatro Milano, ritornerà in Liguria nei prossimi mesi al Teatro Nazionale di Genova.

Il compleanno di Harold Pinter
regia: Peter Stein
con: Maddalena Crippa
traduzione: Alessandra Serra
assistente alla regia: Carlo Bellamio
altri interpreti: Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci, Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli, Elisa Scatigno
scene: Ferdinand Woegerbauer
luci: Andrea Vioalto
costumi: Anna Maria Heinreich
produzione: Teatro Menotti, Tieffe Teatro Milano
assistente alla produzione: Cecilia Negro

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