Jekyll o Hyde? La dualità dell’essere

Sul palco del Teatro Ghione la compagnia Teatro della Luce e dell’Ombra esplora l’ambiguità oscura di Dr. Jekyll & Mr. Hyde.

Quanto possiamo davvero controllare il nostro lato oscuro? È attorno a questo interrogativo che si sviluppa Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson, qui portato in scena con finezza drammaturgica da Gennaro Duccilli. Dopo il viaggio intrapreso con Cattivi, la sua ricerca sul dualismo della natura umana prosegue in questa messinscena, scandagliando gli anfratti più remoti dell’animo umano in un climax di ombra e luce, che svela le inclinazioni più profonde dell’uomo.

Gennaro Duccilli ed Eleonora Mancini

Strutturata in due atti, la pièce nel primo, dà corpo e voce ad una serie di antefatti onirici intrecciando il complesso tessuto drammaturgico della narrativa di Stevenson: il conflitto tra scienza e morale; tra fede e ragione, fino all’ipocrisia della società vittoriana, in cui le apparenze e le moralità pubbliche sono imprescindibili. Man mano che l’azione procede, la pièce inizia ad esplorare il dualismo e la progressiva perdita di controllo: Jekyll, uomo rispettabile, lotta per preservare la propria reputazione; ma ecco che nell’oscurità si abbandona ai suoi impulsi più segreti, ai piaceri proibiti.

Nella cornice di un imponente impianto scenografico (realizzato con una cura quasi cinematografica da Sergio Gotti), l’azione scenica prende così vita con una struttura drammaturgica articolata, sorretta da una ricchezza linguistica che impreziosisce i dialoghi (sebbene, in alcuni momenti, una maggiore asciuttezza nella scrittura avrebbe giovato al ritmo narrativo) e da una raffinata prossemica da parte degli attori. L’orrore, sempre più incombente, si insinua non solo nell’azione scenica, ma anche nella costruzione sonora e nell’illuminotecnica, evocando pertanto un’atmosfera cruda e perturbante.

Ed è qui che la figura di Hyde – letteralmente nascosta nel nome e nel concetto, simbolo di quella parte oscura che ciascuno di noi cela e reprime – si rivela in tutta la sua potenza nelle straordinarie doti trasformiste del protagonista (Gennaro Duccilli), che lasciano trapelare una chiara matrice artaudiana. Hyde non è più solo un’entità separata; ma un aspetto ineludibile dell’esistenza umana, che coesiste con ciò che scegliamo di rendere manifesto. A fare da contrappunto a questa discesa nelle ombre, è però la presenza (quasi) silenziosa di una bambina, figura eterea che, nelle sue sporadiche apparizioni, sembra tessere un filo sottile con la ragione, l’innocenza e la purezza dell’infanzia. Unico stato in cui l’essere umano è forse autentico, non ancora corrotto dalle maschere della società o divorato dai suoi impulsi più oscuri. Perché se crescere significa sprofondare nella bestialità, allora è nell’infanzia che risiede l’ultima possibilità di verità.

Da sx Gennaro Duccilli, Lorenzo Romanazzi, Fabrizio Rinaldi e Giordano Luci

Nel complesso la pièce si configura come una costruzione scenica di rara cura, in cui ogni elemento è stato orchestrato con grande attenzione: dalla scenografia alla costumistica; dalle scelte drammaturgiche all’impegno di una compagnia numerosa, che dona respiro e coralità alla messinscena. Un impegno produttivo sempre più raro da trovare e che restituisce al pubblico il piacere di un teatro vivo. Resta, tuttavia, aperto il suggerimento di un maggior lavoro sull’asciuttezza linguistica, che in alcuni momenti avrebbe potuto conferire ulteriore incisività e fluidità al ritmo narrativo.

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Dr. Jekyll & Mr. Hyde. Da R.L. Stevenson. Regia di Gennaro Duccilli. Con Gennaro Duccilli, Eleonora Mancini, Maria Angelica Duccilli, Paolo Ricchi, Natale Russo, Giordano Luci, Fabrizio Rinaldi, Matteo Rancadore, Isabella de Cesaris, Priscilla Menin, Raffaello Micheli, Lorenzo Romanazzi, Samuele Libertucci, Vittoria Pacetti – Scene: Sergio Gotti – Costumi: Ines Delle Vedove. Luci, Antonio Accardo. Audio, Giulio Duccilli. Aiuto regia, Eleonora Cardei. Comunicazione e grafica: Antonio Maria Duccilli – Teatro Ghione, dal 6 al 9 marzo 2025.

Foto di ©Andrea Sabatini

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