La sfida dell’Orestea di Livermore: l’Agamennone in scena a Genova

Da una scena imponente e cupa è accolto il pubblico in sala al Teatro Ivo Chiesa, la sera del 14 marzo, in occasione della prima di Agamennone, primo tassello dell’Orestea di Eschilo, diretta da Davide Livermore, prodotto dall’INDA – Istituto Nazionale Dramma Antico e il Teatro Nazionale di Genova.

È un mondo sull’orlo del collasso quello che viene evocato da Davide Livermore, in un’atmosfera che richiama gli anni Trenta del Novecento e il dominio dei regimi totalitari ed esercizi di crudeltà collettiva, in un impianto scenico soffocante e dalle tinte cupe (scene a cura di Davide Livermore e Lorenzo Russo Rainaldi). Un’evocazione storica universale, che potrebbe ricordare qualsiasi tempo.

Angoscia è il primo sentimento evocato in questa traduzione dell’Agamennone, un sentimento che si tramuta in vendetta, odio, rabbia. I sentimenti di Clitennestra che per dieci anni è rimasta in attesa del ritorno del marito per poter dare giustizia alla figlia Ifigenia, sacrificata per propiziarsi il favore degli dei.

Un contrasto costante domina l’opera: vendetta e giustizia danzano di pari passo. Vendetta per i torti subiti, giustizia per le leggi morali non rispettate.

Stesso contrasto si rivede nelle scelte registiche di Livermore, che da una parte vuole distaccarsi dal classicismo della tragedia, rendendola universale, contemporanea, partendo dallo stesso impianto scenico, ma che dall’altra parte vuole mantenere un contatto con il simbolismo stesso di Eschilo, sottolineando la potenza dell’immagine dei tappeti di porpora su cui Agamennone cammina al suo rientro a casa, uno scorcio sul futuro che verrà, sullo scorrere del sangue del re, previsione del suo imminente omicidio, che però, nella sua rappresentazione Livermore sceglie di trasformare in petali di rosa.

Il re di Argo, fa ritorno trionfante e compiaciuto e con sé porta, come presa di guerra, Cassandra inerme e consapevole del suo destino, profetessa inascoltata.

Ma protagonista della storia non è il re eponimo, ma la moglie che lo attende, Clitennestra, la regina combattuta, la madre a cui è stata strappata la figlia prediletta.

«Giustizia è l’idea fondamentale della trilogia – afferma Davide Livermore nelle note di regia – e attorno alla quale gira tutta la storia dell’uomo, una giustizia i cui labili confini vengono costantemente messi in discussione in un dramma che racconta il dibattersi dell’uomo e delle sue umane fragilità in una rete senza scampo». È proprio la Giustizia, Dike, la dea protagonista silente, ma dalla imponente presenza, di tutta la storia. Una Giustizia che spesso sfocia in vendetta.

E così si compie la sua vendetta, sotto il suono stridente di una chitarra, una vendetta che nasconde una giustizia per offese passate.

Le scelte registiche di Livermore rispecchiano questa dualità costante della tragedia eschilea, così come l’accompagnamento musicale con le musiche originali di Mario Conte e Andrea Chenna e le luci di Marco De Nardi che accecano e insanguinano il palcoscenico. Il tutto coronato dagli effetti video di D-Wok che alludono a presagi oscuri e immagini immobilizzanti.

Il cast è perfettamente allineato, una danza ritmata di ruoli e scambi. Nota di assoluto merito al coro, che richiama nella sua orchestralità i cori antichi.

Risalta Linda Gennari, insieme ai due regnanti Laura Marinoni (nel ruolo di Clitennestra) e Sax Nicosia (Agamennone), che porta in scena una Cassandra che dà al pathos un significato visivo, che rende omaggio a una delle protagoniste più incomprese della tragedia greca.

Così come Aurora Trovatello e Ludovica Iannetti che danno “vita” allo spettro di Ifigenia, in una corsa angosciata, un urlo silente.

Scroscianti e, all’apparenza, interminabili applausi in una sala al completo chiudono la serata, lasciando il pubblico in attesa della seconda parte di questa trilogia.

AGAMENNONE

Di Eschilo

Traduzione | Walter Lapini

Regia | Davide Livermore

Scene | Davide Livermore, Lorenzo Russo Rainaldi

Costumi | Gianluca Falaschi

Musiche originali | Mario Conte

Luci | Marco De Nardi

Video Design | D-Wok

Regista assistente | Giancarlo Judica Cordiglia

Assistente alla regia | Aurora Trovatello

Costumista assistente | Anna Missaglia

Foto di scena | Federico Pitto

Produzione | Teatro Nazionale di Genova, INDA Istituto Nazionale del Dramma Antico

Personaggi e interpreti

Musici | Diego Mingolla, Stefania Visalli

Sentinella | Maria Grazia Solano

Corifea | Gaia Aprea

Coro | Maria Laila Fernandez, Alice Giroldini, Marcello Gravina, Turi Moricca, Valentina Virando

Clitennestra | Laura Marinoni

Messaggero | Olivia Manescalchi

Agamennone | Sax Nicosia

Cassandra | Linda Gennari

Egisto | Stefano Santospago

Spettro di Ifigenia | Aurora Trovatello, Ludovica Iannetti

Vecchi argivi | Davide Pennavaria, Marco Travagli, Alessandro Trequattrini

Oreste bambino |Riccardo Bertoni

Elettra bambina| Anita Torazza

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