Dopo un’attesa lunga due anni, all’Auditorium Parco della Musica ha fatto ritorno Les Étoiles.
Introdotto nel 2015 e curato da Daniele Cipriani, è il Gala di danza più atteso d’Italia, con spettatori che vengono da tutto il mondo per assistere ai virtuosismi eseguiti da alcune tra le stelle del ballo più in vista del momento. L’edizione 2022 è stata ribattezzata “Il Gala della gioia” per esprimere l’entusiasmo del ritrovarsi nel nome della danza dopo un periodo così buio.
Il 30 e 31 gennaio in Sala Santa Cecilia si è registrato il tutto esaurito, con un palco incantato da talenti assoluti: l’étoiles di casa Eleonora Abbagnato, già Opéra di Parigi e oggi Direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma; Natalia Osipova, Fumi Kaneko, Vadim Muntagirov del Royal Ballet di Londra; dall’American Ballet Theatre Cassandra Trenary e Calvin Royal III; Mathieu Ganiodell’Opéra di Parigi; Daniil Simkin dell’Opera di Berlino; le stelle Sergio Bernal (già Balletto Nazionale Spagnolo), Alejandro Virelles (già Balletto Nazionale di Cuba) e Ana Sophia Scheller (già New York City Ballet). E infine l’étoile a sorpresa, svelata all’ultimo come consuetudine di ogni edizione dell’evento: la georgiana Maia Makhateli del Dutch National Ballet.
Se di liberazione dalla pandemia ancora non si può parlare, le danze di Les Étoiles hanno ispirato un messaggio propiziatorio, benaugurante, terapeutico. Attraverso ricco e vario repertorio, di stili e di registri, che, accanto agli amatissimi brani tratti dalla tradizione del balletto (tra cui i passi a due del Cigno Bianco e del Cigno Nero, impreziositi dagli incredibili tutù disegnati da Roberto Capucci), ha affiancato esecuzioni moderne e sofisticate. Lirismo, neoclassica eleganza, virtuosismi in volo e sulle punte. Momenti acrobatici che solo le grandi stelle della danza sono in grado di eseguire. Il pubblico ha scoperto anche i coreografi Jason Kittelberger (autore di Ashes, assolo interpretato dalla Osipova) e Alejandro Cerrudo (di cui Simkin ha interpretato in tono umoristico l’assolo Pacopepepluto). Memorabili le esecuzioni in assolo di Bernal: la prima un omaggio divertito al Re Sole, Luigi XIV, “Le Roi Danse”, invocazione al Sole come guaritore universale; la seconda, “Danza de los ojos verdeq”, è un focoso affondo nella danza flamenca.
Spettacolare il bacio volante interpretato da Abbagnato e Ganio, culmine della suite tratta da “Le Parc?” L’ apoteosi del tatto, senso così mortificato dagli effetti di questo periodo di lotta contro l’invisibile virus.
Tatto e anche coscienza. Les Étoiles ha toccato le corde degli spettatori anche con un coraggioso messaggio sui sentimenti. Per la prima volta in Italia è stato proposto “Touché” di Christopher Rudd, interpretato da Calvin Royal III e Bernal: un passo a due al maschile di rara sensibilità, onesto e avvincente, celebrazione dell’amore in tutte le sue declinazioni. Touché, presentato con il permesso dell’American Ballet Theatre, è racconto di una tenera storia di amore ma, ancor prima, un viaggio interiore: il trauma della scoperta dell’omosessualità, il superamento delle difficoltà, l’accettazione e, in seguito, la gioia di potersi innamorare liberamente e vivere l’amore con gratitudine.