Meglio restar tra amiche

Tre donne diverse amiche da una vita, le ansie dei pre quaranta, la solitudine, tante risate. Questi gli ingredienti di Meglio zitelle, in scena al Teatro de Servi

L’amicizia al femminile. Sex and the city l’ha portata sul piccolo schermo, Marta Zoffoli la mette in scena al Teatro de’ Servi fino al 10 Marzo con Meglio zitelle, di Claudio Proietti

Anna (Valentina Marturini), Maria  (Giulia Bornacin) e Lucia (Flavia Martino) sono amiche da tutta la vita. Dai banchi di scuola, con le difficoltà dell’adolescenza e dei primi amori, alla temuta anticamera dei quarant’anni, a cui arrivano non ancora sposate e preoccupate dalla solitudine che sembra loro destinate, eccezion fatta, almeno pare, per Lucia. 
In questo contesto d’ansia arriva l’sms di Anna, pronta al suicidio dopo l’ennesima delusione. La sua strada verso la fine è la finestra di una stanza d’albergo, una camera dedicata alla divina Marylin, ritratta in un quadro che sembra un’iconografia della Santa Vergine. Qui si svolgono i due atti di una storia che scava nel privato delle sue protagoniste per separarle e poi ricongiungerle, come fa la vita per le amicizie destinate a durare negli anni. 

Giochi di parole, esagerazioni e battute sagaci sono gli ingredienti principali dello scambio, raramente silente, tra le tre amiche. Potremmo quasi vederle ragazzine comportarsi nello stesso modo, perché i loro caratteri, delineati al limite della caricatura, non devono poi esser mai stati tanto diversi. Anna è la ragazza spigliata, sognatrice. Maria la moderna, di mente aperta, almeno per quel che riguarda gli altri. Lucia, timida e un po’ meno malpensante delle amiche. Un gruppo nato giovanissimo e che ora fa i conti con la fatica di essere adulte insoddisfatte, incapaci anche di godere della loro amicizia senza rinfacciarsi l’impossibile. 
Anche se tutto è portato al limite, e non potrebbe essere altrimenti visto l’intento – riuscito – di far ridere, sotto all’estremizzazione c’è la verosimiglianza di un pomeriggio in cui si fanno i conti con se stessa e con le altre. 

La scenografia ha un suo ruolo, man mano che si va avanti con la rappresentazione si capisce perché quella stanza sia così particolare, e la Santa Marylin, che attira su di sé gran parte dell’attenzione nei momenti di silenzio, è un simbolo di femminilità e fragilità. Sono i sentimenti con cui le protagoniste affrontano le loro paure, quella sensazione d’esser donne ancora non complete e l’ansia di non diventarlo mai. E non solo per la mancanza di un uomo al loro fianco; c’è tutto un mondo di pregiudizi, di angosce, di libertà mancate e aspettative sociali irraggiungibile che le attanaglia. I discorsi che fanno non entrano nel merito di questioni politiche o umane, eppure sottintendono che fuori, al di là della porta o della finestra da cui vuole buttarsi Anna, c’è un mondo del quale hanno paura, che non sentono loro quanto vorrebbero. 

Segreti, bugie, rabbia, addirittura tirate di capelli servono alle protagoniste di Meglio zitelle per arrivare a parlarsi in piena sincerità.  Forse due atti non erano necessari, soprattutto in mancanza di cambiamenti nella scenografia e nei costumi, e il passaggio dalla fine del primo, musicale, al secondo, la quiete dopo la tempesta, è molto cinematografico, quasi troppo per una pièce che è bella proprio perché teatrale.

Meglio zitelle sa essere delicato anche quando pungente, come sono le conversazioni tra amiche intime, quelle dove anche le cattiverie hanno un altro valore.  Il valore della verità, l’unica strada per ritrovarsi.

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Meglio zitelle di Claudio Proietti Regia di Marta Zoffoli – Con Giulia Bornacin, Valentina Marturini e Flavia Martino – Aiuto Regia Gabriele Giusti – Costumi Lucia Mariani – Grafica Giacomo Cannizzaro – Foto    Guido Sancilio – Teatro De’ Servi dal 27 al 10 marzo 2024

Foto di copertina: Da sx Valentina Marturini, Giulia Bornacin, Marta Zoffoli, Flavia Martino

Teatro Roma
Grazia Menna

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