A Fortezza Est ha debuttato dal 10 al 12 aprile 2025 uno spettacolo surreale e tagliente in cui Daniele Parisi, solo in scena, mette a nudo la nostra disarmante umanità.
Nel suo monologo Non è uno sport acquatico, scritto e interpretato dallo stesso Parisi, il palco è vuoto, eppure pienissimo. Niente scenografie, ma suoni registrati in diretta che diventano colonna sonora e corpo narrativo, amplificando l’assurdità e la tragicità di una storia che usa l’ironia come specchio impietoso della nostra umanità.

Lui è il portiere di un palazzo, voce narrante e insieme corpo cangiante di tutti i condomini coinvolti in un’improbabile corsa al dramma, perché in cima al terrazzo, un avvocato, in silenzio, sembra sul punto di buttarsi. I vicini accorrono – o meglio, scendono in portineria uno alla volta – e ognuno dice la sua. Ma dietro ogni battuta, ogni accento caricaturale, ogni nevrosi da condominio, come le mattonelle bianche costate dodici riunioni che non devono sporcarsi, o le tisane calmanti che vuole offrire una di loro, o ancora, l’artista del seminterrato fuori dal mondo; oltre tutto questo, si nasconde una verità feroce: nessuno ascolta veramente, nessuno vede davvero l’altro.
Parisi si muove con impeccabile padronanza tra i personaggi, restituendo con voce e corpo la molteplicità delle nostre maschere sociali. Il ritmo è incalzante, comico eppure costantemente sospeso, come l’uomo sul cornicione. Fino a quel tragico momento grottesco in cui, nel tentativo di salvarlo viene invece spinto giù. Si chiude così la parabola con un gran tuffo nel cortile e non in una piscina con l’acqua, bensì sulle mattonelle bianche del patio. Un tonfo reale e simbolico allo stesso tempo.
Il cadavere, più che l’uomo, diventa ora il problema. E la reazione del gruppo è tutta concentrata nel proteggersi, nell’insabbiare, nel darsi una versione comoda da raccontare. Come se l’importante fosse evitare le macchie sulle mattonelle nuove del cortile, piuttosto che evitare il dolore altrui.
Eppure, ci dice Parisi, le macchie si possono pulire, cancellare, coprire. Ma resta l’alone. Resta sulle mattonelle del condominio, come nelle coscienze, diventando metafora amara dell’indifferenza con cui, troppo spesso, scegliamo di convivere.

Uno spettacolo ironico, intelligente, profondamente umano. Che non cerca la morale, ma ci mette con garbo e spietatezza di fronte alla nostra: quella che ignoriamo, quella che fingiamo non ci riguardi.
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Non è uno sport acquatico di e con Daniele Parisi – Fortezza Est dal 10 al 12 aprile 2025